La newsletter tostoina che a novembre non farebbe altro che mangiare
La newsletter che a furia di parlare di cose da mangiare si è fatta venire fame.
Benvenuti alla newsletter che ha un sacco di cose da dire quindi bando ai preamboli. È uscito la settimana scorsa su Storytel Lingua di Mariachiara Montera. Ma i podcast vanno nel boxino Leggere con le orecchie, direte voi! Eh no, cari i miei precisini: di questo podcast ho disegnato le copertine, quindi il suo posto è qui, nel paragrafone dei gioiosi fatti miei. Intanto che io finisco di scrivere il mio post secchione sulle illustrazioni (quanto secchione? secchione che mentre disegnavo ho rispolverato Buono da mangiare di Marvin Harris, quel livello lì. Mi volete bene anche perché sono una piaga che tira fuori il materialismo culturale pure per disegnare posate in colori chiassosi, non negate.) potete leggere quello che racconta Mariachiara stessa su come è nato Lingua. Nel frattempo è uscito anche il podcast di Domitilla e c'è il mio zampino pure lì: l'immagine di copertina è una rielaborazione grafica di una delle illustrazioni che avevo disegnato per lei per il suo Tedx. Come dice lei, delle cose fatte bene non si butta via niente.
Sempre la settimana scorsa a The Art Chapter ha fatto il suo debutto in società Ap-art-ment. L'idea di Ap-art-ment, in breve, è: Tu ci metti la parete, noi troviamo l'artista. Iniziate a guardare con occhi possibilisti le pareti di casa vostra, che anche di questo ne riparliamo.
A proposito di impegni per il futuro: sono arrivati i calendari 2020 del Lamentino! Quattro stagioni di lamantini in formato scrivania, 12x12x12 cm ricoperti di stupidera fuori ma pure dentro: questa volta il calendario del lamentino ti predice la sorte. Il cubo arriva corredato di bigliettini con le risposte alle domande più pressanti che assillano l'umanità: dovrei mangiare la pizza a pranzo? Si possono avere troppi libri? Lo trovate come al solito su Patreon e su Etsy, e visto che quest'anno non c'è una mostra per vedere tutti gli amici milanesi in una sola volta, e ho deciso di non fare market natalizi (con la cicciopelosi tenere le mani una giornata intera al freddone non è l'idea del secolo) ho pensato un'altra opzione per chi volesse passare a ritirare a mano il calendario: una giornata di open-house. E quando dico "open house" intendo proprio casa! Il 6 dicembre dalle 10 alle 20 (più o meno, sto ancora definendo gli ultimi dettagli) potete passare, prendere il calendario, giocare coi gatti e bere un caffè. Se decidete per il ritiro a mano scrivetemi e vi dico tutto. L'altra cosa importante è che di 100 calendari stampati ne sono rimasti 10 disponibili, se ne volete uno è il momento di agire! (non ho ancora deciso che fare se finissero tutti e 100 entro fine novembre, se ristamparli o no. Vediamo)
Leggere con le figure
Il modo in cui arriviamo alle cose non è sempre lineare, e spesso neanche un percorso di crescita culturale che mette in luce la nostra statura intellettuale. Nel mio caso, uno dei modi in cui scopro persone la cui produzione creativa merita di essere seguita sono i gatti di internet. Ho scoperto Lucy Kinsley grazie a Linney, la sua gatta. Una gatta che era l'incarnazione della gattità. Tutti i gatti lo sono, ma la maestria di Kinsley nel raccontare la sua a fumetti la rendeva una dei gatti più profondamente gatti mai disegnati. Kinsley è un'autrice di fumetti biografici: le sue graphic novel sono piene di humour, coinvolgimento, sentimenti e senso dell'assurdo. In Relish racconta del suo rapporto col cibo, il che vuol significa che racconta del rapporto con la famiglia, le relazioni, i corpi, le questioni di genere, la cultura del consumo. Ogni capitolo finisce con una ricetta, che in alcuni casi sono le ricette di famiglia di qualunque nonna italiana. Quando avete finito di leggere le sue avventure col cibo facendovi venire tantissima fame, andate a leggere le storie su Linney, e poi rivediamoci qui a piangere tutte le nostre lacrime insieme per l'ultimo giorno sulla terra di un gatto che neanche conoscevamo. Maledetti gatti di internet!
Animali peculiari
Questo è un musang, o civetta delle palme. Si sbronza accidentalmente col latte di palma fermentato e cade dagli alberi, e dalle sue chiappette esce il caffè più costoso al mondo: 45 grammi di Kopi Luwak passati nel suo sistema digestivo costano 100$. Mettere un animale in gabbia è più facile cercare cacche nella foresta, quindi dietro quell'espresso di lusso c'è una solida industria del maltrattamento. Nel dubbio, non bevete caffè uscito dalle cacche di qualcuno.
Leggere con le orecchie
Ambrogio, avrei un certo languorino. Ma la mia non è proprio fame, è più voglia di un podcast che passi dalla formazione delle bolle d'aria nella pasta madre a una solida discussione con Kyle MacLachlan sulla migliori ricette per cucinare la cherry pie del Double R Diner di Twin Peaks. Burnt Toast di Michael Harlan Turkell è quella cosa lì: storia del cibo, scienza, cultura pop, in puntate di mezz'ora l'una.
Quanti sacrifici per farmi studiare, signora mia!
Non esiste niente che associamo all'identità quanto il cibo. È la prima cosa che incontriamo di una cultura, un campo di scontro, un terreno di scoperta. Buono da mangiare di Marvin Harris (di cui dicevo sopra) racconta i motivi per cui mangiamo quello che mangiamo: dal modo in cui nasce il disgusto ai divieti culturali che ci sembrano più inspiegabili. È scorrevole e godibile, e sarà la vostra arma vincente per sbaragliare i parenti durante le discussione al pranzo di Natale.
Quella nella foto invece è Shilpa Mitha, artista che fa cibo in miniatura che io, davvero, che dire.
Anche per questo mese è tutto: ci sentiamo a fine dicembre, sempre se sopravviviamo al mix di carboidrati complessi e trigliceridi delle feste.
Ciao sono Tostoini, vivo a Milano, sono nata a Cagliari, disegno spesso animali marini (tipo i lamantini? Tipo i lamentini), le cose che faccio ruotano attorno all'illustrazione, che sia illustrare libri o scriverne. La newsletter tostoina arriva più o meno una volta al mese ed esiste grazie ai miei patrons su Patreon, che in più ricevono ogni mese una selezione di irresistibili stupidaggini. Lo so che Substack avrebbe il suo tool apposta, ma su Patreon produco una pletora di disegnini ridicoli, vieni di là, dai.Mi trovi anche su etsy, perché le stupidaggini irresistibili non sono mai troppe.
Questa newsletter ti è piaciuta particolarmente e tutto il mondo deve sapere?
Te l’hanno inoltrata e ti è sembrata una buona idea?