La newsletter tostoina che arriva dal decennio scorso
La newsletter di dicembre che arriva a gennaio di un altro decennio
E con questa letterina che doveva partire a dicembre e invece arriva a gennaio inoltrato, la newsletter tostoina compie un anno. Il fatto di aver promesso di farlo e averlo poi effettivamente fatto (quasi) ogni mese è fonte di grande soddisfazione per me che sono un'incostante che continua inspiegabilmente a scegliersi attività - tipo disegnare - in cui l'unico modo di migliorare è farlo costantemente, un po', ogni giorno, per un sacco di tempo. Siamo a gennaio, e come tutti ho fatto a me stessa delle promesse che manterrò solo in parte. Però quest'anno sono arrivata alla conclusione che ritrovarsi con dei desideri che si ripetono non è necessariamente una cosa su cui macerarsi. è solo uno degli effetti più prevedibili del fatto che la vita è lunga, e a volte miglioriamo, a volte peggioriamo. Alcuni desideri hanno bisogno di molto più di un anno per arrivare a compimento. Ci vuole il tempo che ci vuole.
Di base, se la fine dell'anno ci trova in un punto diverso da dove ci ha lasciato, qualcosa è capitato. A seconda dei momenti interpreterò queste promesse realizzate a metà con le lenti del Disonore su di te, disonore sulla tua mucca! (giornate peggiori), e a volte con le lenti del Sei al 50% di quello che avevi detto che avresti fatto, che è comunque il 50% più di zero (giornate migliori).
Di solito qui - lo dico per i nuovi amici, ciao nuovi amici! - al posto di questo pippone esistenzialista c'è un agile paragrafo di fatti miei, su cosa ho disegnato di interessante negli ultimi tempi e cosa dovrei disegnare prossimamente. Ma, visto che il pippone esistenzialista si è preso tutto lo spazio, per questo mese confuso e spettinato saltiamo l'aggiornamento per parlare in vari modi e sotto diverse forme di Australia.
Leggere con le figure
Sfido anche il peggior insettofobo cuore di pietra a non amare Cicala: lavora in un ufficio da diciassette anni, si occupa di data entry, non ha mai preso un giorno di permesso e non ha mai fatto un errore; ciò nonostante nessuno dei suoi colleghi lo ha mai salutato, apprezzato, trattato con qualcosa di diverso dall'indifferenza nel migliore dei casi e aperto disprezzo nei peggiori. Cicala e il suo minuscolo, ordinato, completo da ufficio, dello stesso colore del suo cubicolo, del suo computer obsoleto, del suo schedario in metallo. Non è la prima volta che Shaun Tan mi strappa il cuore e ne fa coriandoli con una storia sull'appartenere, esistere, venire visti e riconosciuti (una su tutte L'Approdo). Quello che però per mi rende Cicala particolarmente letale è la parsimonia con cui è raccontato, in tavole in cui c'è pochissimo da guardare oltre a Cicala, le sue spallucce curve e pochissime parole di testo, ognuna di una precisione assassina. Leggetelo sino alla fine: le ultime pagine cancelleranno l'idea che vi stia raccontando queste cose perché ci tengo in maniera particolare a rovinarvi il mercoledì sera. (Nel frattempo c'è questo dietro le quinte molto bello del Guardian)
"No cicada allowed in office bathroom. Cicada go downtown. Twelve blocks.
Each time company dock pay. Tok Tok Tok!" (vado a piangere tutte le mie lacrime)
Animali peculiari
L'Australia è la casa dell'animalino peculiare: questa di The Cut è una buona lista per dare una mano* alle echidne, ai quoll, ai petauri e a tutti i loro fratelli. E no, ovviamente quella storia dei vombati buoni samaritani non fila. Ma i vombati sono stupendi anche se lanciano i figli ai predatori, non c'è bisogno di santificarli.
*nella contingenza immediata: il discorso sulle cause sistemiche di 'sto casino magari un'altra volta.
Leggere con le orecchie
Con gli amici antropologi non praticanti parliamo spesso di quanto vorremmo trovare equivalenti italiani di certe cose che leggiamo, ascoltiamo e guardiamo in inglese, da chi applica metodi etnografici a Star Wars a chi usa riferimenti pop per spiegare le teorie più ostiche, e facendo incontrare le due cose rende più comprensibili e godibili le une e le altre. The Familiar Strange, ad esempio, è un podcast australiano che fa proprio quella cosa lì.
Quanti sacrifici per farmi studiare, signora mia!
Gli incendi hanno riportato in auge il tema delle pratiche legate al fuoco delle popolazioni indigene australiane, come anche negli Stati Uniti dopo il disastro della California: usanze che prevedono l'uso del fuoco in maniera controllata, e che sono state abbandonate o addirittura vietate a favore di metodi "civilizzati" di gestione del patrimonio boschivo. E invece - sorpresa! - dietro quelle consuetudini c'è sia significato culturale, sia ragioni pragmatiche che le rendono utilissime nell'evitare eventi catastrofici. Casomai servisse un'altra dimostrazione che il pensiero colonialista non ci azzecca mai manco per sbaglio. How Australia's Indigenous Experts Could Help Deal With Devastating Wildfires
Per questo mese è tutto: dai che magari a febbraio sono puntuale!
Ciao sono Tostoini, vivo a Milano, sono nata a Cagliari, disegno spesso animali marini (tipo i lamantini? Tipo i lamentini), le cose che faccio ruotano attorno all'illustrazione, che sia illustrare libri o scriverne. La newsletter tostoina arriva più o meno una volta al mese ed esiste grazie ai miei patrons su Patreon, che in più ricevono ogni mese una selezione di irresistibili stupidaggini. Lo so che Substack avrebbe il suo tool apposta, ma su Patreon produco una pletora di disegnini ridicoli, vieni di là, dai.Mi trovi anche su etsy, perché le stupidaggini irresistibili non sono mai troppe.
Questa newsletter ti è piaciuta particolarmente e tutto il mondo deve sapere?
Te l’hanno inoltrata e ti è sembrata una buona idea?