La newsletter tostoina che non sa dove sia finito giugno
La newsletter che basta infigimenti: è una newsletter che arriva tardi. Infatti è luglio.
E quindi cosa hai fatto a giugno? Molto poco, mi verrebbe da dire. Poi tirando le fila del mese magari non è del tutto vero, ma la percezione del risultato in questo periodo è inversamente proporzionale alla fatica. La sentite anche voi la stanchezza dei secoli? Sì? Bene, mi fa piacere che siamo tutti concordi.
Durante questo mese durato contemporaneamente quindici minuti e venticinque anni ho finalmente avuto per le mani il numero di Print con l'intervista a Silvia Osella - surface designer e persona eccellente a 360 gradi - e il successivo con il pezzo sulle subscription box sul design e l'illustrazione che mi sono divertita un mucchio a ricercare e scrivere.
Sono uscite le interviste a Valerio Puzzovio e a quel pozzo senza fondo di talento di Fabio Mancini e insomma, in generale ho ripreso i contatti con la mia natura profonda di secchionazza. Ecco, in questa percezione di molto poco qualcosa di vero c'è: poco di questo mese è passato con la matita in mano a causa del Grande Collasso Tecnologico di Maggio 2020 e della necessità di reimparare da zero a disegnare su un nuovo strumento sentendomi vecchia di una vecchiezza che forse si respira all'interno di alcune tombe etrusche. Se il segreto dell'eterna giovinezza è continuare a collezionare prime volte e imparare cose nuove, il mio cervello ha più o meno sedici anni. La mia ansia, invece, trecentocinque.
Leggere con le figure
Mi sa che non ce l'ho il libro con le figure giusto per questo mese. Sono nella fase smontata e disarticolata della lettura, quella in cui leggi un sacco ma tutto quello che stai assimilando non si è ancora coagulato in idee.
Quando succede qualcosa di importante la prima domanda che mi faccio, prima di cosa ne penso, è: cosa ne so? La risposta, nella maggior parte dei casi, è: molto poco. E quindi mi sono messa a leggere. A un certo punto uscirò inevitavmente dall'altra parte della pila di letture, ma quel momento non è oggi.
Come può confermare chiunque abbia la dubbia fortuna di essermi amico, mi capita spesso di parlare di illustrazione in termini della conversazione sui contratti, i compensi e l'industria culturale nel suo complesso. E non è perché sono arida, ma perché l'aspetto prosaico del lavoro è quello che permette di continuare a praticarlo, e in conseguenza di avere voci diverse che partecipano alla produzione della cultura (non solo di essere rappresentate al suo interno, ma di partecipare alla sua creazione). Sono questioni che si intrecciano, ed in effetti un libro utile sulla questione ce l'avrei in mente: On Intersectionality di Kimberlé Crenshaw. Non ci sono le figure, ma visto che quello di intersezionalità è un'idea che continuerà a servici sempre di più, tanto vale andare alla fonte e leggere cosa ne scrive la persona che ha introdotto il concetto.
Animali peculiari
Ciao sono un tatou o armadillo gigante e nella vita dormo 18 ore sulle 24 che ci sono nella giornata (un record battuto solo dalle 20 ore del vespertilio bruno, un pipistrello molto picci). Non so voi, ma in questo momento è uno stile di vita che mi sentirei assolutamente pronta ad abbracciare.
Leggere con le orecchie
Lo smartworking ha ridotto di molto il mio consumo di podcast: se voglio che qualcuno mi racconti in 45 minuti un episodio minore della culturale umana mi basta andare nella stanza accanto. Resistono i podcast da sonno: voci pacate che raccontano faccende archeologiche, tipo a History of the world in 100 objects. Certo, ci sarebbe da fare un discorso sul British Museum come esempio da manuale della necessità della decolonizzazione dei musei e del pensiero umanistico, se avete voglia.
Quanti sacrifici per farmi studiare, signora mia!
Questa era una strana newsletter, pochissimi disegnini, pochissimi animalini, pochissima stupidera e letture molto serie. Ma non temete, giugno non mi ha cambiata, sono sempre l'amabile cialtrona di sempre con l'hobby della scienza inappropriata, ed è per questo che vorrei lasciarvi con una bella storia di folklore e archeologia sperimentale. La scienza, nella persona di Metin Eren dell'università di Kent State, ha dato una risposta definitiva alla domanda: si può davvero cesellare un pugnale a partire da delle cacche umane?
Per questo mese è tutto, ma forse dopo questa storia di folklore Inuit e coproliti non ci tenete a rivedermi il mese prossimo. Ciao, è stato bello!
Ciao sono Tostoini, vivo a Milano, sono nata a Cagliari, disegno spesso animali marini (tipo i lamantini? Tipo i lamentini), le cose che faccio ruotano attorno all'illustrazione, che sia illustrare libri o scriverne. La newsletter tostoina arriva più o meno una volta al mese ed esiste grazie ai miei patrons su Patreon, che in più ricevono ogni mese una selezione di irresistibili stupidaggini. Lo so che Substack avrebbe il suo tool apposta, ma su Patreon produco una pletora di disegnini ridicoli, vieni di là, dai.Mi trovi anche su etsy, perché le stupidaggini irresistibili non sono mai troppe.
Questa newsletter ti è piaciuta particolarmente e tutto il mondo deve sapere?
Te l’hanno inoltrata e ti è sembrata una buona idea?