La newsletter tostoina che ha voglia di piantare una grana
Una newsletter rugnosa che ha rinunciato a capire in che mese ci troviamo.
Ciao dalla newsletter che ha una voglia incredibile di piantare una grana. Voi no? Io un sacco. Ho proprio voglia - ma tantissima, eh - di rotolarmi sul pavimento. Mollare le cose che ho in mano ed esigere col tono più fastidioso che conosco - in grado di abbattere pipistrelli in volo e mandare in risonanza grotte di cristalli sotterranei - cose irragionevoli. Ho voglia che qualcun altrə si occupi di far funzionare le cose della mia vita di persona adulta, mentre io mi occupo solo di emettere un'aura di minaccia deflagratoria come una mina inesplosa. Mi sento proprio un desiderio di piantare un capriccio irrazionale, insensato, incoerente nelle sue rivendicazioni, completamente sconsiderato, ingiustificabile, senza senso, possibilmente infondato, esagerato di sicuro, ma soprattutto: smodato, ingiusto, esoso. E invece.
E invece rispondo alle mail e mando i materiali e carico la lavastoviglie e mi lavo i denti e faccio il possibile. L'altro giorno parlavamo delle seppie e della loro capacità di aspettare in cambio di una gratificazione maggiore nel futuro. Ma come si fa ad essere all'altezza delle seppie in un momento in cui pianificare è un'alea tale che anche solo dire "pazienza, lo faremo la settimana prossima" può voler dire mai?
Come si fa a pensare a lungo termine in un momento in cui la possibilità di ricavarne in cambio, non dico una gioia, ma almeno la possibilità di mollare un attimo il colpo, è minima? E io gioco più o meno al livello più basso di difficoltà possibile in questa faccenda: mi prende la vertigine a pensare a chi tiene insieme vite molto più complesse e articolate.
E per il resto? (chiede nervosamente la newsletter sperando di cambiare argomento) Per il resto ho disegnato un po' di cose che sono ancora sottoterra come i bulbi dei narcisi, scritto altre che invece si possono leggere, tipo le domande a Chiara Del Maso e Gianni Puri, la collana di classici per ragazzi reimmaginati dallo Studio Mina Lima e un fangirlaggio spudorato di Charles Fréger. Abbiamo fatto la prima data della Personal Branding Mistressclass, è stata una bomba, infatti la rifacciamo e ci si iscrive qui. Io sto scrivendo il mio pezzetto in questi giorni, ma posso testimoniare che gli altri quattro moduli da soli meritano il corso.
È un periodo così, in cui da una parte mi viene da dire sii la seppia che vuoi vedere nel mondo, e dall'altra però pure mangia la cioccolata alla mattina, che alla sera non si sa come ci arriviamo.
Leggere con le figure
Ti sei appena trasferito in una casa nuova. Hai a malapena poggiato gli scatoloni, dormi ancora su una brandina pieghevole e ti accorgi che nel muro c'è un buco. Un buco rognoso, ostinato e resistente a tutti i tuoi tentativi di ricondurlo a più miti consigli.
Il buco di Øyvind Torseter gira intorno a un buco per niente metaforico: sta in mezzo al libro, da copertina a copertina. È un libro che funziona solo stampato.
I libri con il buco sono un topos editoriale preciso, inspiegabilmente dominio pressoché esclusivo dell’editoria ragazzi - siamo cresciuti quasi tutti coi libri La coccinella - come se gli adulti fossero immuni alle meraviglie della cartotecnica (se fosse vero non esisterero così tanti modi di allettarci col packaging). Quello che in un allegro albo su mele bacate e insetti famelici è uno strumento di esplorazione tattile e sorpresa narrativa, nel racconto di Torseter diventa un oggetto anomalo che inquieta con la sua sola presenza nel mondo, minima ma inequivocabile, che porta a mettere in discussione la realtà tangibile delle cose.
L'idea di prendere un inamovibile buco, impossibile da ignorare, e costruirci intorno tutto il resto ha un'innegabile risonanza in questo momento, piena di un'ironia incredibilmente filosofica che mi ricorda Calvino. Il buco è un libro laconicissimo, al limite del silent book, ma le poche parole del testo le ha tradotte Orecchio Acerbo, così non c'è bisogno che impariamo il norvegese.
Animali peculiari
Ciao sono lo yapok, detto anche opossum acquatico. Sono idrorepellente, ho un marsupio a tenuta stagna che fa parte della dotazione standard di maschi e femmine della specie e che i maschi usano per tenere all'asciutto i genitali quando nuotano. Mentre voi scoprivate il tucking con RuPaul's Drag Race noi yapok lo praticavamo già nel Pliocene.
Leggere con le orecchie
Questo podcast non l'ho ancora ascoltato, perché è appena uscito. MA considerata la capacità di Atlas Obscura di stare sempre all'intersezione nel diagramma di Venn delle cose che amo (leggo la newsletter di Gastro Obscura con attenzione religiosa) facciamo che scopriamo insieme se ci piace. Se non ci piace non tocchiamo MAI PIÙ l'argomento, con imbarazzo.
Quanti sacrifici per farmi studiare, signora mia!
Questa è una promessa che ho fatto qualche tempo fa (sì, è una newsletter che accetta richieste dal pubblico). Per quella roba di mangiare & folklore che ci sto mettendo una vita e mezzo a scrivere e il doppio a disegnare sono andata a rileggermi un po' di cose di Yvonne Preiswerk, antropologa svizzera che ha scritto su varie questioni che mi interessano: creatività e questioni di genere, colonialismo e storia delle idee, e ultimo ma non ultimo cose che si mangiano. Il mio primo incontro con Preiswerk risale all'università e al suo lavoro sulle vache d'herens e la battaglia delle regine. Vacche da combattimento! Potevo non innamorarmi? Daria, questa è per te: MUCCHE DA BATTAGLIA!
Anche per stavolta è tutto, ci vediamo quando ho finito di rotolarmi e mi tirerò su dal pavimento spolverandomi la giacca.
Ciao sono Tostoini, vivo a Milano, sono nata a Cagliari, disegno spesso animali marini (tipo i lamantini? Tipo i lamentini), le cose che faccio ruotano attorno all'illustrazione, che sia illustrare libri o scriverne. La newsletter tostoina arriva più o meno una volta al mese ed esiste grazie ai miei patrons su Patreon, che in più ricevono ogni mese una selezione di irresistibili stupidaggini. Lo so che Substack avrebbe il suo tool apposta, ma su Patreon produco una pletora di disegnini ridicoli, vieni di là, dai.Mi trovi anche su etsy, perché le stupidaggini irresistibili non sono mai troppe.
Questa newsletter ti è piaciuta particolarmente e tutto il mondo deve sapere?
Te l’hanno inoltrata e ti è sembrata una buona idea?