Nella newsletter tostoina di aprile ci sono suppergiù seimila anni di storia
Si chiude l’era dei vaghi accenni con aria cospiratoria e si parla di COSE MESOPOTAMICHE.
Ciao dalla newsletter che si è tenuta un cecio in bocca per un tempo che è sembrato infinito. Cominciamo dalle cose pratiche: probabilmente questa mail sarà troncata, apritela direttamente su substack. Siccome è un progetto bello cicciuto, intendo prosciugarvi in due modalità: innanzitutto con 45 minuti ininterrotti di infodump senza mai prendere fiato finché non divento blu, la cui versione per iscritto è un post in inglese sul sito che racconta dall’inizio alla fine l’intero progetto. Per cuori impavidi che non temono i muri di testo. Siccome vi voglio bene l’ho diviso in capitoli: per farvi un’idea generale potete leggere direttamente la sezione Tl;dr: I made a bunch of illustrations for the Erbil Citadel Children Interpretation Center! (spoiler!) e per il resto veleggiare sereni guardando direttamente le figure (bellissime figure, se mi posso permettere: in una foto c’è pure la culicchia, figuriamoci).
La seconda modalità è “poco per volta ma fastidiosamente costante", per cui nei prossimi mesi racconterò un po’ alla volta nella newsletter e su tutti socialini del regno un pezzetto a scelta di questo progettone.
Ma quindi, di che si tratta? I più astuti lettori del paragrafo precedente potrebbero averlo colto: ho realizzato le illustrazioni per il Children Interpretation Center della Cittadella di Erbil, nella Regione del Kurdistan, entità autonoma dell'Iraq. Uno spazio museale per raccontare ai bambini la storia di Erbil, una delle città più antiche del mondo e in cui gli esseri umani vivono ininterrottamente suppergiù da seimila anni. ‘Na cosetta, seimila anni e spicci ininterrotti di storia umana.
Nel 2014 la Cittadella è entrata a far parte dei Luoghi Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, per meriti abbastanza autoevidenti solo cercandone una foto su google. La Cittadella di Erbil sembra una navicella spaziale atterrata sulla terra, una nave madre intorno a cui è cresciuta una città. Questo perché sorge su un tell. Un tell non è una formazione geologica naturale: è quello che succede quando per migliaia di anni gli esseri umani vivono nello stesso posto, costruendo e ricostruendo. Se una millefoglie fosse fatta di testimonianze archeologiche anziché di crema chantilly, sarebbe un tell. Da alcuni anni a questa parte il World Monuments Fund in collaborazione con HCECR si sta occupando del recupero e valorizzazione della Cittadella, e uno nodi del progetto era proprio la realizzazione di uno spazio in cui raccontare la storia della città (e del suo ruolo nella regione) ai bambini.
E qui entro in campo io, nerd con la matita, che mai e poi mai avrebbe potuto resistere a un progetto in cui ci sono da disegnare seimila anni di storia materiale e immateriale e lanciarsi gioiosamente in buchi neri di ricerca sui temi più disparati al grido di “è per lavoro!”
Mi sono occupata di progettare il design e le illustrazioni di tre degli strumenti del CIC: la timeline con la storia di Erbil e della Mesopotamia del Sud - otto metri di storia della città e puzzle game che al posto di triangoli, cerchi e quadrati ha la stele di Ammurabi e i Leoni della porta di Ishtar, i cassetti del modellino della Cittadella, e il Memory con gli oggetti di uso quotidiano antichi e moderni. Un progetto che è stato due anni di gioia e strapparsi i capelli, soddisfazioni e improperi irriferibili, orgoglio e mannaggia li pescetti.
Ci sarebbero una marea di cose che dovrei e vorrei dire, ma per ora vi rimando al leviatano di post che ho scritto sul sito, e poi allo stillicidio di racconti che ho in serbo nelle prossime settimane. I ringraziamenti, però, vanno fatti anche di qua, perché sono proprio di panza e di cuore: Federica Pascotto di Bartolomeo Education per avermi proposto tra i possibili illustratori e illustratrici per il progetto; Alessandra Peruzzetto di World Monument Found; Bit to Atoms; Donald Insall Associates; Andrea Oberosler, Sokar Dler, Ahmed Zand e tutto il team CIC e HCECR, ma soprattutto Roberta Menegazzi, l’archeologa del Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino per il Medio Oriente e l’Asia che è stata la mia persona di riferimento su questo progetto: negli ultimi due anni credo di avere parlato più spesso con lei che con il resto di tutte le persone che conosco messe assieme (rimarrà sempre nel mio cuore la telefonata sull’ennesimo dettaglio cronologico, di testo o chissà quale altra revisione fondamentale conclusasi repentinamente con “ti devo salutare che sto andando da Mattarella” “…EH?”) Credo davvero che questa sia stata la cosa più divertente, complicata, bellissima, appagante, e impossibile su cui abbia lavorato finora come illustratrice. Gli spazi per i bambini sono fondamentali: non solo nei musei, ma dappertutto e in termini tutt’altro che astratti. L’idea che svariate centinaia di queste persone basse da oggi in poi si confronteranno con una parte così importante della storia umana - una storia che è di tutte e tutti, e ci riguarda - attraverso qualcosa che ho disegnato dalla mia scrivania infestata di gatti in zona Dergano è una roba che dà un discreta vertigine.
Leggere con le figure
Tales of Ancient Worlds è un albo non-fiction edito da Neon Squid scritto da Stefan Milosavljevich e illustrato da Sam Caldwell che raccoglie alcuni tra gli esempi più avvincenti, significativi o curiosi della storia dell’archeologia, compreso uno dei miei argomenti inadatti a una conversazione tra adulti posati e professionisti preferiti: la storia sociale e archeologica delle cacche! (voi pensate che io esageri, ma se non vi fidate di me fidatevi delle parole di Andrew Jones, paleoscatologo dello York Archaeological Trust che si è occupato di studiare l’inestimabile reperto dell’insediamento vichingo di Jórvík, l’attuale York :"This is the most exciting piece of excrement I've ever seen ... In its own way, it's as irreplaceable as the Crown Jewels”)
Se non siete gente da paleoscatologia (ma secondo me è un errore), c’è sempre l’archeologia subacquea, cosa succede quando incocci con un aratro un’armata di terracotta che stava lì da duemila anni, e tutte le ipotesi più divertenti su cosa si poteva costruire venticinquemila anni fa nella steppa russa con le ossa di sessanta mammuth.
Animali peculiari
L’animalino peculiare di questo mese è - oltre che peculiare - mitologico: il mušḫuššu (𒈲𒄭𒄊, precedentemente noto anche come sirruš) è una deliziosa creatura del mito mesopotamico e compagno del dio Marduk. Questo adorabile patatino dagli occhi matti è una chimera con sembianze di leone, testa cornuta di serpente, corpo ricoperto di scaglie e zampe posteriori di rapace. Ne sono rappresentati diversi in funzione di protettori sulla porta di Ishtar, edificata da Nabucodonosor.
Leggere con le orecchie
Ci sono delle rare volte in cui esce della musica che sembra si stia parlando proprio a te nello specifico. [Nabucodonosor / Essere vivo] - il lato A dell’EP Cani- Baustelle uscito a dicembre - è stata quella cosa lì, che ho continuato ad ascoltare per settimane mentre mettevo in ordine i pensieri sull’ultimo paio d’anni. Se il prezzo di essere vivo è che c'è un serpente dentro al mio giardino, nel mio caso, quantomeno, quel serpente è un mušḫuššu.
È tutto: ci vediamo incredibilmente di nuovo a maggio con un altro numero della newsletter perché mi sono rimaste un sacco di cose di cui parlare.
Ahhhhh a me sono venute le vertigini solo leggendoti, posso solo provare a immaginare cosa sia stato per te lavorare a questa meravigliaaaaaaa
Irresistibile il mušḫuššu <3